Se dovessi cercare mio figlio tra le macerie della cattiveria e cocciutaggine della gente, forse ti chiederei conto delle mie preghiere. Il pianto straziante di un padre ti giungerebbe all’orecchio più che le mie bestemmie. Mi chiedo come potresti ascoltare le lodi di quelli che mi hanno annullato nel tuo nome. Qual è il tuo nome io non so più. Ti ho chiamato Dio, ti ho chiamato Padre, ti ho chiamato Signore e ho lasciato che ti chiamassero Allah e che dicessero di te che sei grande: Allah è grande. Ho tradotto che Dio è grande ma se tu sei davvero Allah il grande, quello che lascia uccidere i nostri figli immolati sul tuo altare, mi dissocio da te e da loro. Il Dio che ho conosciuto non è grande ma coraggioso, non è guerriero ma il suo esercito di Angeli porta l’amore, non vive in un Cubo ristretto e definito da una tenda di stoffa ma nell’infinito e si è fatto una tenda di universo. Non è vigliacco da nascondersi dietro dei guerriglieri. Cos’hanno in mente quei seguaci? Di confinarci, forse, nello spazio di una tenda che sorge all’Est di un’ideologia? Perché vogliono portarci indietro in un fondamentalismo primitivo ma servendosi della tecnologia moderna. Perché stanno condannando tutti gli uomini di buona volontà anche tra il loro popolo? Perché stanno permettendo che tutto il mondo guardi verso di loro con odio innescando la violenza che uccide anche i loro figli? Per qualche “ragione” non hanno pietà dei nostri figli ma perché non hanno pietà neanche dei loro? Perché difendono un dio grande ma che ha bisogno di loro? Quanto grande è, questo Allah, da nascondersi dietro una cintura sacrificale? Un Amico fedele di Allah mi ha detto che il motivo è di natura banale. Sette vergini per un martirio. Mi chiedo: “ e dopo sette notti?”
Non posso credere che l’eternità di Allah sia fatta di sole sette notti, a meno che le sette vergini siano solo da guardare per l’eternità!